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La scienza ci insegna che l’apparato digerente è un secondo cervello, che interagisce con le nostre condizioni psico-fisiche.

Il cibo agisce sui circuiti cerebrali del piacere e della gratificazione. Alcuni cibi alterano l’area del cervello deputata al controllo della fame e della sazietà. Se gli eccessi/errori di cibo vengono ripetuti troppo a lungo, si corre il rischio di danneggiare i recettori nervosi della sazietà, e così il corpo perde la capacità di sentirsi naturalmente sazio. Siamo sempre affamati e continuiamo ad ingrassare. L’organismo si trova in uno stato di perenne infiammazione e dunque di malessere generale.

La sovra-offerta di prodotti alimentari di scarsa qualità, che mai si era avuta nella storia dell’umanità – nei paesi ricchi e recessione permettendo - sta causando troppi danni.

Ma l’essere umano non è un automa senza desideri o volontà; ha la capacità di pensare e scegliere un comportamento piuttosto che un altro. Sta a noi decidere se essere schiavi del cibo oppure no.

Impariamo a tenere a bada l’insulina e ri-equilibrare i livelli dei neurotrasmettitori e l’espressione dei nostri geni. Abbasseremo i livelli di infiammazione scacciando così tanti fastidi (i piccoli reflussi gastroesofagei, i frequenti mal di testa e altro) e ci sentiremo meglio e più soddisfatti.

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